DIALOGO

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DIALOGO

TESTO IBRIDO: GIORGIO VIALI

Personaggi:

  • Celeste Malfatta: Attrice, profonda e sensibile, con una forte intelligenza emotiva.
  • Fabio Innocenzi: Regista, visionario e inquieto, alla ricerca di verità nascoste.

Scena: Un palco spoglio, illuminato da una luce soffusa. Celeste è seduta su una sedia, con un copione in mano. Fabio si aggira per il palco, riflettendo ad alta voce.


Fabio: (camminando avanti e indietro) Sai, Celeste, spesso mi chiedo cosa significhi veramente essere un regista. Non è solo dirigere, è come... tuffarsi in un abisso, un abisso che è la mia mente, il mio mondo.

Celeste: (alzando lo sguardo dal copione) E per me, Fabio, è come essere la tua esploratrice. Non è semplice. La tua visione, le tue paure, le tue ossessioni... io le devo affrontare, e non sempre è facile.

Fabio: (fermando il passo) È vero. Spesso penso che tu sia il mio specchio. Ma, a volte, hai paura di ciò che vedi riflesso, non è così? L’attrice deve affrontare il caos della mia mente, le mie vulnerabilità.

Celeste: (sospirando) Sì, e in questo processo, mi sento come se stessi portando il peso del mondo. È come se dovessi scavare in profondità, affrontare l'osceno, il sacrilego, e poi risalire con una nuova consapevolezza. È una lotta continua.

Fabio: (con intensità) Ma è proprio in questa lotta che si trova la bellezza. Tu guardi dentro di me, leggi ciò che io stesso faticherei a esprimere. Sei una finestra, Celeste. Attraverso di te, il pubblico può vedere l’invisibile.

Celeste: (pensierosa) E tu? Cosa cerchi quando mi scegli? Perché questa ricerca di uno sguardo che ti convalida?

Fabio: (fermandosi di fronte a lei) Perché ho bisogno di sapere che ciò che creo non è vano. Ogni scelta, ogni parola, ogni gesto... voglio che risuonino. Cerca in me, e io cercherò in te. È un dialogo, un’interazione.

Celeste: (sorridendo tristemente) Eppure, in questo viaggio, entrambi ci perdiamo. Io nel tuo abisso, tu nel mio sguardo. È un atto di sopravvivenza, Fabio. Non è solo arte; è vita.

Fabio: (annuendo) E questa vita è fatta di vulnerabilità. Come un fotografo che cerca la verità nei volti, noi cerchiamo la nostra verità in questo scambio. Non possiamo permetterci di essere prevedibili.

Celeste: (con passione) Esatto! Se non mettiamo in gioco le nostre anime, cosa resta? Solo un’apparenza, una maschera. E noi non possiamo essere solo maschere, non su questo palco.

Fabio: (avvicinandosi a lei) Allora, cosa facciamo? Come affrontiamo questo abisso?

Celeste: (guardandolo intensamente) Dobbiamo continuare a osservare e a esplorare. Ogni prova, ogni incontro, è un passo verso la verità. E, forse, nel nostro viaggio, scopriremo non solo chi siamo, ma anche chi possiamo diventare.

Fabio: (sorridendo) Sì, e insieme possiamo affrontare ogni oscurità. Perché, in fondo, l’arte è il nostro modo di sopravvivere, di resistere a ciò che l’ignoto ci riserva.

Celeste: (chiudendo il copione) Allora andiamo. Insieme nell'abisso, ma anche verso la luce.

Fabio: (prendendo la mano di Celeste) Verso la luce, sì.

(Le luci si affievoliscono, mentre i due si allontanano, seguiti da un silenzio carico di possibilità.)

Fine.


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