La sala d'attesa si presenta come un'ode all'essenziale, un ambiente musulmano dalla rigorosa estetica minimalista, un luogo dove il silenzio e la contemplazione si intrecciano in un abbraccio avvolgente. I muri bianchi, privi di decorazioni, si ergono come un rettangolo vuoto, riecheggiando un senso di purezza quasi clinica. La luce morbida e diffusa, che filtra attraverso ampie finestre senza tende, riflette un'atmosfera serena, eliminando ombre e contrasti per lasciar spazio a una luminosità pacifica.
Sparsi lungo il pavimento di un bianco lucido e uniforme, delle eleganti sedie in plastica brillano come bianche nuvole, creando un contrappunto sobrio e funzionale al contesto. Le loro linee curve, senza fronzoli, sembrano invitare non solo alla seduta, ma anche a una riflessione interiore. In questo spazio, il rumore si riduce a un leggero fruscio di vestiti e occasionali colpi di tosse, che risuonano dolcemente sotto il soffitto alto e spoglio.
Al centro di questa scena, Celeste incarna l’essenza di questo momento sospeso. La giovane, vestita in un abito sobrio che si mimetizza quasi con l’ambiente, è il fulcro di una narrazione silenziosa. La sua parrucca, un biondo luminoso, cade in morbide onde sulle spalle, mentre i suoi occhi, di un colore intenso e ipnotico, sembrano brillare di una luce interiore. Seduta con le spalle diritte e le mani adagiate sulle gambe, comunica un attesa serena, come se ogni istante fosse un respiro profondo.
Persa nei suoi pensieri, Celeste fissa un punto invisibile davanti a sé. Il ticchettio dell’orologio sulla parete diventa una melodia ripetitiva, scandendo un ritmo che la accompagna nella sua introspezione. Nella sua mente, un leggero nervosismo danza con la calma meditativa che le consente di assaporare la sua attesa. Le linee nette e pulite dell’ambiente la circondano come un abbraccio rassicurante, e il mondo esterno si dissolve in una nebulosa lontana.
Chiudendo gli occhi, si lascia trasportare dalla dolce atmosfera che aleggia attorno a lei. Le onde del mare, lontane e delicate, sembrano rispondere al suo stato d'animo, evocando ricordi di quando, da bambina, suo padre le avvicinava l'orecchio a una grande conchiglia per ascoltare melodie leggere che preparavano al sonno. Le acque del mare che echeggiano in lontananza, un panorama che riflette la straordinaria profondità dei suoi pensieri.
Il sole sta per tramontare, il cielo si sfuma in tonalità sempre nuove, mentre la sabbia sotto i piedi di Celeste non è più così calda, rendendo ogni passo verso un'ipotetica riva un’esperienza piacevole. La natura, in quel momento di contemplazione, si mostra nella sua essenzialità, creando uno spazio in cui l’essere umano può riconnettersi con il suo io interiore, assaporando un flusso diverso, più lento. Non c'è spazio per pensieri superflui; qui, tutto è un viaggio sensoriale che invita alla meditazione profonda.
E in questa suggestiva cornice che trascende tempo e spazio, la sala d'attesa emerge come un microcosmo. Gli ambienti diversi si fondono in armonia: la sala Acqua, con il suo richiamo all’azzurro del mare, e la sala Sabbia, che propone abiti dalle tonalità neutre, riflettono un’intimità profonda. Nella sala Natura, i grandi monoliti di roccia di design offrono un sfondo suggestivo che accompagna le riflessioni di Celeste, promettendo di portarla oltre il velo dell’ordinario. La sua attesa diventa così un atto di contemplazione, un momento di calma prima di una rivelazione visiva che sembra danzare nell’aria fresca e profumata di pulito.
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GIORGIO VIALI - AUTORE, SCENEGGIATORE, FOTOGRAFO, FILMMAKER - SCENEGGIATURA, DRAMMATURGIA, DRAMMATURGO - TESTI IBRIDI, IBRIDAZIONI, INTELLIGENZA ARTIFICIALE - CINEMA, TEATRO, SOCIAL MEDIA - STREAMER, PERFORMANCE, PERFORMER.
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